sprangati
nella primavera che scolora,
nell’
abbraccio piumoso oltre il tempo virale,
a creare
gioielli dagli scarti
rammendando favole ancestrali di lupi e di bambine.
Nella notte
spaccacuore
quando il
bacio grida
ha suonato
la sirena
la fine
della scuola, del turno alla catena, del tempo e della messa.
Scampanellio
di labbra:
mi porterà
in salvo, oppure morirai.
Io tutta
stesa sulla lettiga d’ossa
dopo aver
rovesciato le gerarchie
snocciolo il
rosario della tua spina dorsale
dal collo alle caviglie,
ancorata al
tuo corpo di metallo,
mano nella
mano coi prigionieri della tua gabbia toracica,
mentre fuori
sfilate di passer-by
indossano
opinioni prêt-à-porter.