giovedì 21 novembre 2013

Le mie lacrime le sparge il vento


Le mie lacrime le spazza via il vento
del tuo soffio quando il mondo soddisfatto
rallenta
e sfinito crolla,
una carcassa sul cemento
al tramonto di un giorno senza senso,
un bambino in attesa
davanti a una porta chiusa
che non può più tornare.

Le mie lacrime le sparge il vento
del tuo fiato e un fiore esplode sull'asfalto,
come un punto fermo sull' abisso.


domenica 1 settembre 2013

Nel punto in cui l' incubo scade


Nel punto in cui l’ incubo scade
la luce ferisce la mia voce spellata.
Niente
può inchiodare l’ evvai della mia lingua stoppino
quando assolve il brusio degli omicidi,
non gli uomini nerovestiti con le loro croci,
né l’indomani anestetico.

Nel punto in cui l’ incubo scade
cammina una bambina dagli occhi di ciniglia
e grida il segreto dei colori
agli spaventapasseri inghiottiti dal sole
e niente taglierà i suoi piedi di marzapane,
né ruberanno i punti esclamativi nelle sue tasche
finchè censura non smorzerà le fiabe.

Nel punto in cui l’ incubo scade
la primavera si slaccia la zip
e sborra polline nel grembo dei fiori,
e niente ammazzerà il grido del suo amante
che giace rappreso nel sole
se il meridiano del cielo zaffiro viene,
con gambe a spillo e ali spiumate,
disteso nel mezzogiorno delle mie mani.

sabato 3 agosto 2013

Come io cammello nella cruna del tuo ago



Come io cammello nella cruna del tuo ago
possa solcare i tuoi luoghi deserti
è un mistero preistorico
che accappona la pelle ai sassi,
ribalta i fiumi, e mi fa ridere di gusto.

Non chiedo di meglio che un piccolo posto
nel tuo grande spazio pieno di sabbia
e piccoli miracoli d'insetti e fiori spinosi,
che io sono un fiore speciale,
che non vuole acqua o cure,
ma cieli estremi e il tacito accordo
di un segreto azzurro che non lascia dubbio
e sa d' ossigeno,
che ci tiene in vita nel mondo,
a braccetto con la morte ed il silenzio,
a creare gioielli dagli scarti,
a ridere delle cose importanti.

Ascoltami.
Sono uno a cui hanno tagliato un pezzo.
Sento ancora male nel punto in cui la mano non c'è più.
Mi grava addosso l' ombra di un arto tagliato che ancora si muove.
Per questo quando ti vedo
m' innesto cruda nella tua carne,
battito agitato, intrepido,
e ti lustro i nervi come corde di violino
e mi ci appendo e canto
la canzone del sangue che si muove,
io piastrina che impedisce alla vita di uscire,
e tu, ago nel pagliaio,
magro come un chiodo,
così piccolo che mi stai in un pugno,
eppure immenso e placido come un mare dopo il tuono,
sei l' unica casa in cui io possa abitare.

Alta marea dei miei giorni,
quando te ne andrai
lascerai nudo il niente del mio fondale.

lunedì 1 luglio 2013

NELLA NOTTE SPACCACUORE

                                                     
Egon Schiele, "la famiglia", particolare.


                                                     Stiamo solo io e te nel buio,
sprangati nella primavera che scolora,
nell’ abbraccio piumoso oltre il tempo virale,
a creare gioielli dagli scarti
rammendando favole ancestrali di lupi e di bambine.

Nella notte spaccacuore
quando il bacio grida
ha suonato la sirena 
la fine della scuola, del turno alla catena, del tempo e della messa.
Scampanellio di labbra:
mi porterà in salvo, oppure morirai.

Io tutta stesa sulla lettiga d’ossa
dopo aver rovesciato le gerarchie
snocciolo il rosario della tua spina dorsale
 dal collo alle caviglie,
ancorata al tuo corpo di metallo,
mano nella mano coi prigionieri della tua gabbia toracica,

mentre fuori sfilate di passer-by
indossano opinioni prêt-à-porter. 

Inchiodata al cielo dei tuoi occhi post-it



Inchiodata al cielo dei tuoi occhi post-it
mi sono ricordata.

Sono quello che respira nei fondali blu di megattere impazzite,
la guerra sotterranea di radici che si allungano e cercano spazio,
la tua casa cantoniera nel passaggio delle generazioni
fino a quando la catena collassa,
la x sulla mappa, e tu il tesoro,
un tenero germoglio nascosto dai mille anelli delle tue età.

Solo una pelle nebbiosa può insinuarsi nel tuo bosco senza disturbarlo.

Liberata dalle tue mani di vento
che trapassa e  sradica
ho viaggiato sulle le rotte dei pollini
e fiorisco mondi.

giovedì 27 giugno 2013

DENTRO


Dentro
palpitante
eccesso di grazia
mi muovo
nuoto
un nuovo cielo
placenta blu denso
dentro
vertigine ingombrante
sento
il soffio del vento
esalo
un grido
-l’estremo-
liscio come l’ olio
bollente
abito di pelle
calda carne animale
cuore
batte
raccoglie
ciò che ha seminato
dentro
tendo 
verso
divento
uno
entro
oltre
il limite
del tuo corpo acceso
fremo
fuoco  sacrificale
altare
la tua spina dorsale
in ginocchio
prego
tremo
annego
alluvione di grazia
il raccolto nuovo
di nuovo
credo
vedo
il pozzo
delle tue labbra taglienti
ci entro
mi apro
spazio
aperto
salgo
esplodo
mi perdo
atomi stelle
stella cadente
ritorno
ti afferro
mi aggrappo
fondo
ti tengo

dentro.

lunedì 3 giugno 2013

SIMBIOSI



Simbiosi di spiriti
che vengono senza bisogno di entrare,
ombre di carne
prendono il thè dietro di me.

Tra veglia e veglia
mangiarti la carne,
restituire le ossa alla pietra,
in comunione
Elettrica,
tra pelle e pelle
la linfa portante
-La priorità!-.

A posteriori
diventiamo quello che siamo
pietra bianca su valli di carne
nati coi crani rivolti a occidente,
canti d’ ottone.

Io credo
che il desiderio è il mondo,
che la tua bocca graffito
accende canti rupestri di milioni di anni
e carezze d’ossa,
spiriti scheggiati da attriti,
desideranti,
in fiamme infondo
segreti,
pelle di luna: berti!,
e immortalità.










domenica 2 giugno 2013

TAKIPIRINA

Lenire pece dentro la luce.
Così Eva morì amando,
inguine illanguidito
sulla preghiera della sera
che solleva fiumi azzurrini 
a crepuscoli sacrificali
e fragili patologie.

Pronto per una vita nuova
quando gridavo ancora,
e non accenna a fermarsi,
lunga vacanza
in suoni
e colori
si attarda.

Appollaiato alla porta del bagno
somigli a te da bambino
e già mi rivedo da grande.
T'imparo ricordandoti.
Portavi un sorriso come il sole in gennaio
e il vestito della comunione

m' infastidisce il rumore delle autovetture
stese su asfalti di velluto
lunghi tappeti rossi
di pendolari
ritardatari
avventurieri
su inguini illanguiditi..

Prego lembi di pelle
stesi su corde vocali
ad asciugare
all' alito estivo della tua voce.
Miraggi marini
in gole desertiche
ma
le parole non sono carne.

Sull' orlo del burrone
sapere
che l' unica cosa che mi è andata dritta nella vita è storta
e che dove sono
è un po' casa mia e un po' casa tua:
takipirina.

Internare respiri
e piovere mondi:
responsabilità.
Dal lato in cui cade la matita
nasce qualcosa dalla mia gola.
Piove pianto di latte in agosto
e strilla gridi di miele.
Siamo universi neonati.


mercoledì 8 maggio 2013

SOTTILE

Spider, Cronemberg.


Esalo l’ ultimo respiro
A orecchie sanguinanti,
vicoli ciechi del suono.
Regalo l’ oro a mani bucate.

Netto

Strappo

Affondo

Parole

In carni incolori.

Non più.

Disperazione mangia coloranti
invano
sono.

Si limano le unghie
Ma hanno braccia monche.

Nitriti grida di cavallo azzoppato alla gara di chi ha il cazzo più grosso.

Tutti questi adulti
Fanno un grande gioco:
Non partecipare.
Tessi silenziosa.

Le cose piccole i grandi prima le gonfiano, poi le corrompono.
Qualsiasi cosa tu faccia cerca sempre di essere la versione di te stessa più piccola che hai a disposizione.

Corpi sottili sulle pareti

dietro un punto la montagna

il particolare sullo sfondo

frammento di vita indelebile nitido

sull’orlo del baratro.


Il mulino macina la farina di Amleto che si finge pazzo.

venerdì 19 aprile 2013

Mi dispiace non saper dipingere il cielo



Ho accarezzato i miei cari con cocci di vetro sulle mani,
senza farlo apposta, così il sole tramonta
e ci lascia sulla notte inebetita
la mia pelle senza stelle
su cielo blu cobalto
ribaltato all' altezza del cuore.

L' ultima verginità che ho perso l' hai presa tu,
e sono rimasta senza pareti,
nessun astuccio di carne, nè materasso o scrigno
e ho perso anche il cielo
ma ho visto te sul soffitto,
t'accarezzavano come unghie sul muro,
e ho sfiorato il Sottile
schiacciato all' altezza del cuore.
Da lì il passo è breve come l'inverno passato
sul focolare delle tue dita,
la coperta del tuo sangue caldo,
incuneandomi cruda nel tuo taglio, toccando l' Intoccabile,
su spazio sacrosanto, all' altezza del cuore,
manciate di paillettes per cielo opaco di disegno di bambino,
sbrilluccicante, vero.

Mi dispiace non saper dipingere il cielo
adesso che non è più con me.

Ti lascio ancora l'ultima parola.

giovedì 18 aprile 2013

Lode ai Sotterranei





Cammino più spesso per raccogliere fiori.
Nel giardino segreto cammino, dove scendendo si sale.
Ho scavato uno spazio,
un cunicolo azzurro,
nel punto più profondo del pianeta,
nella botola segreta
nascosta sotto al tappeto.
Sottile m’ insinuo nella crepa sul muro
Infondo al cervello,
Dove la memoria cede,
E da li vi guardo,
prima della profezia.
Sto dove stona la nota,
dove cade l’ occhio
in un punto morto del tempo,
sotto agli artigli dell’ incubo.
Quando la pressione collassa
sono sudore freddo,
il punto di rottura,
la goccia che fa traboccare il vaso.
Sotto al pavimento sto,
sotto all’acqua sotto alla buca che il bambino scava,
Giù nei fondali di pesci ciechi,
nelle viscere della terra
dove le radici più antiche si posano sulle mie spalle,
nel nucleo igneo del mondo,
più giù dell’abisso.
Sono sotto al bosone,
inchinata ai tuoi piedi.

mercoledì 16 gennaio 2013

un attimo dischiuso sulla tua nudità millenarista

Dino Valls,"hieros gamos", particolare.

Il sonno galleggiante
su maree di carta e muffa
scioglie
la camicia del cervello:
attimo dischiuso sulla tua
nudità
millenarista.

Mille braccia indù
trascinandoti giù,
bambina evanescente,
stanca,
traccia segni nell'aria,
nessuna tregua
al sudore pieno di ossigeno stantio,
in quella stanza: anch'io,
certo,eravamo

ribelli di pelle, vestiti di spazio, le ali spezzate, giù dal cielo a scroscio, come sturdust,
e l occhio che si fa nero
quando Loro risalgono dal cimitero-stomaco.

La salsedine,la bava alla bocca,
sangue, su e giù nella risacca,la tua bocca caramella,
azoto liquido di pupille
incandescenti:
nella fame e nella sete.

Un attimo di calma 
appoggiata a questa spalla, 
sulla tua verità 
millenarista.